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ERA IL FEBBRAIO DEL 2012

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“Finalmente in scena. Cinque anni or sono, quando Sandro venne da me per propormi di fare la regia di uno spettacolo che stava portando in giro in quel periodo, non avrei pensato che saremmo finiti qui. Invece... Non feci la regia del suo lavoro, ma gli proposi il mio. L’avevo in mente da un po’: la storia di una rivalsa, un riscatto, di un uomo che sapesse far fronte al suo destino e volgerlo se non completamente a suo favore, almeno renderlo non così avverso. Lo proposi a Sandro perché volevo la sua collaborazione per la parte musicale. Avevo avuto modo di conoscerlo precedentemente e sentivo che la sua sensibilità sarebbe stata adatta per creare le musiche del lavoro che avevo in mente. Accettò immediatamente. Ora occorreva trovare il personaggio che incarnasse l'idea. Fino ad allora avevo preso in considerazione molte figure letterarie o storiche, ma nessuna si adattava all'idea che io avevo di rivalsa. Finché venne l’illuminazione: con un piccolo cambio di presupposto, rispetto all'originale che Hugo aveva descritto tra i suoi “Miserabili”, il personaggio che mi serviva era Valjean. Può apparire un po’ presuntuoso confrontarsi con un grande della letteratura; non solo, ma persino stravolgerne un po’ la scrittura e il concetto, ma tant’é. Ormai l’ispirazione era partita... E così cominciò il lavoro. Giorni, notti. Io e Sandro, tra i miei gatti, un bicchiere di vino e un pezzo di cioccolato; finché arrivammo a un abbozzo di struttura di spettacolo. Occorrevano 25 interpreti, un’orchestra, una struttura enorme e spettacolare. Un grande musical. E non ci piacque. Occorreva ripartire con una nuova idea. Che finalmente arrivò. Una struttura più semplice: un uomo in viaggio con un carretto, che racconta la propria storia alla sua compagna di viaggio, facendo vivere la narrazione attraverso immagini da lui stesso create. Perfetto! Ma a questo punto occorreva modificare i brani, con nuovi testi. E qui un nuovo impasse. Per fortuna, nel novero delle conoscenze, c’è sempre qualcuno che può essere utile. Avevo incontrato Fabrizio poco tempo prima, per l’allestimento di “Kiss me Kate”, di cui avevo curato la regia. E da subito era scattata una sintonia teatrale, come alle volte, non frequentemente, capita. Venne naturale chiedergli se voleva affiancarci per la stesura delle liriche. Anche in questo caso la risposta fu immediatamente positiva. Cominciammo a lavorare, ma ogni nuova idea porta altre idee. Così l’attività di Fabrizio non si limitò alle liriche ma investì tutta la creazione, aggiungendo qua e là considerazioni, correzioni, spunti. Ed ora siamo qui: sei interpreti, un carretto e un pianoforte. Speriamo siano sufficienti a raccontare la nostra storia e soprattutto, a emozionarvi. Buon divertimento”.

 

Fulvio Crivello

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